Ho letto critiche bellissime e blasonate sul romanzo I Cieli di Sandra Newman eppure ci sono zone d’ombra di questo libro che me lo hanno reso ostico. Il tema onirico non è semplice. Per chi scrive e per chi legge. Crea un’ambivalenza surreale che deve piacere. Un paronarmal romance auto conclusivo edito da Ponte delle Grazie (pagine 256, euro 16,80) che si inerpica su un sentiero che a volte sembra troppo difficile.

Da sempre, ogni notte, Kate sogna di essere Emilia, una musicista e poetessa di origine italiana nell’Inghilterra della fine del Cinquecento. I suoi sogni filano una trama continua, che diviene sempre più reale. Minacciata dalla peste che arriva a Londra, tormentata dal presagio di una città bruciata e distrutta, Emilia decide di salvare il mondo. Ogni decisione che prenderà, influenzerà la sua vita e quella di Ben nel mondo del 2000. E quella di un giovane e sconosciuto poeta: William Shakespeare.

Conosciamo Kate in una New York popolata da personaggi singolari, è ad un party che lei incontra Ben. Kate di giorno ha una vita, la notte poi attraverso i suoi sogni diventa Emilia. Il racconto, le descrizioni di questo passaggio hanno la brillantezza di una penna “strana”, in senso buono ma vero, strana come strana è Kate con la sua doppia vita notturna, la sua meravigliosa follia. Il legame tra Kate e Emilia diventerà sempre più forte, eppure nonostante ci siano colpi di scena, è un libro che faticato a leggere e a concludere. Perché? La bellezza dello stile ne è forse il suo freno maggiore. Non è sempre fluido, richiede una distanza di comprensione che congela l’immedesimazione. Copertina bella, ma da leggere solo se si ha voglia di sperimentare e si è affascinati dal genere.

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