C’è il mega party a Venezia, da urlo: la parte più bella del libro Shadowhunters La mano scarlatta della mitica Cassandra Clare. La amiamo. La adoriamo. E’ lei la nostra eroina, la nostra Shonda dei romanzi fantasy ma meno crudele (per fortuna). Dall’inizio? Va bene. E’ stato l’ultimo libro letto a luglio, terminato proprio la notte prima dell’aereo per Bergen. Shadowhunters è una delle saghe più fortunate dell’universo urban fantasy che miscela creature sovrannaturali nel nostro mondo. Azione, magia, demoni, e amore. Ingredienti che hanno reso la serie un culto. Qui siamo all’inizio di un nuovo capitolo. C’è stata la super guerra che ha messo dalla stessa parte gli shadowhunters, metà uomini e metà angeli che sono cacciatori di demoni, con i nascosti. Vampiri, stregoni, lupi mannari e via dicendo. Si sono scontrati con un’orda di demoni e le vittime sono state tante. Durante la guerra, i nostri protagonisti si avvicinano. La mano scarlatta infatti ha al centro della storia Alec Lightwood e il sommo stregone di Brooklyn Magnus Bane. Due personaggi stupendi. Un amore omosessuale che ci farà sognare.
All’inizio del libro scopriamo Alec e Magnus a Parigi per un viaggio romantico (almeno dovrebbe) destinato a diventare ben altro. Quando sono nella Capitale francese vengono a sapere del dilagare di un culto demoniaco La mano scarlatta appunto, e Magnus viene incolpato di averlo creato. Così inizia il vero viaggio tra le città europee per scagionare lo stregone. Un amore contrastato tra uno shadowhunter e uno stregone, ma sono disposti a tutto per non perdersi. Bello, nelle prime pagine devo rivelare una stanchezza che mi stava portando a rinunciare. Poi c’è la festa a Venezia e il libro decolla. Da leggere.
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