Fa venire i brividi il collegio sperduto nella nebbia, dove arrivano gli echi della guerra civile americana, cristallizzata nelle rituali abitudini delle donne che vivono stipate lì dentro, al sicuro dal mondo esterno ma non da se stesse. L’inganno è un film del 2017 grazie al quale Sofia Coppola è stata premiata a Cannes per la migliore regia. Tratto dal libro del 1966 dello scrittore statunitense Thomas Cullican, un volume corposo che abbiamo rivisto nelle librerie con la evocativa copertina che ritrae appunto le protagoniste della pellicola di Sofia Coppola. Nicole Kidman è a capo del collegio per signorine del Sud che sembra fuori dal tempo non fosse per l’aria tetra, l’abbandono dei giardini, la vedetta di turno scelta tra le ragazze.

Un libro che non mi ha cambiato la vita pur pulsando delle psicologie di queste donne con le quali non riesci a immedesimarti ma che comprendi, il film è una interpretazione che mi è piaciuta. Sono in otto nel collegio, Nicole Kidman ci appare dalle prime scene subito padrona e direttrice d’orchestra delle loro vite. Sembra anzi quasi voler dettare qualche regola anche a noi, pur di tenere ogni aspetto sotto controllo. La Kidman ci destabilizza anche un po’, ammettiamolo. Perché sarà l’ambientazione della casa gigantesca, avvolta in una foschia che quasi non fa percepire il susseguirsi del giorno e della notte, sarà la pettinatura, lo sguardo, ma ci confondiamo. E sembra di essere piombati improvvisamente in un sequel di The Others. Non ditemi che sono dissacrante, ho visto quel film almeno cinque volte, lo adoro. Sicuramente più di questa trasposizione, L’inganno, comunque discreto.

Ma torniamo alle ragazze del Sud. Vivono lì dentro con la loro quotidinità di isolamento, sono in otto, tra allieve, insegnanti e domestica. Elle Fanning e Kirsten Dunst accompagnano la Kidman moltiplicando le sfaccetture della psicologia femminile, l’equilibrio del collegio va in frantumi però con l’arrivo del ferito caporale nordista John McBurney, interpretato da Colin Farrel. Non è un cambiamento repentino. Giorno dopo giorno, la presenza dell’uomo scatena reazioni e dinamiche in ognuna delle inquiline del collegio. “Innocenti prima di essere tradite”, recitava la locandina italiana. Esplodono sentimenti, gelosie, i ruoli si capovolgono a più riprese, Niente è come appare nella caratterizzazione dei personaggi, il male e il bene si avvicendano, e questo è l’aspetto migliore del film. Senza scordare il finale.

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