Una giovane donna cresciuta in base alle aspettative degli altri, in una strada di certezze che si rivelano bugie: recensione del romanzo Non sai quanto di Jill Santopolo pubblicato da Editrice Nord. Uno dei libri letti a dicembre di una scrittrice che ammetto di non aver conosciuto prima ma che ho scoperto poi aver conquistato il cuore di molte lettrice con il suo primo lavoro, Il giorno che aspettiamo, caso editoriale venduto in 30 Paesi prima della sua pubblicazione. Vi dico le mie aspettative va bene? La copertina che mi piaceva moltissimo e il claim, “la felicità arriva quando trovi il coraggio di essere sincera, almeno con te stessa”. Due ingredienti che mi hanno spinta a immaginare una storia tutta al femminile, e come dire, leggera. Sono rimasta colpita favorevolmente dallo stile di Jill Santopolo. Perché Non sai quanto è un romanzo scritto con la penne fluida, accennata, sinuosa e coinvolgente di certi romance, ma con una profondità diversa. Un po’ come guardare un bicchiere di succo ai mirtilli, assaggiarlo e ritrovarsi ad assaporare un cosmopolitan. Il romanzo non perde mai ritmo, ma certo è intimista concentrandosi sul cambiamento di Nina. Parliamo di lei.

Una giovane donna, figlia di un ricchissimo proprietario di alberghi. Cresciuta senza madre, che ha perso da piccola, e nella consapevolezza di dover prima o poi subentrare la padre nella gestione dell’impero di famiglia, Nina ricava però per sé uno spazio da dedicare alla sua passione per la scrittura. Diventa infatti la speech writer di Rafael, candidato sindaco. Intanto Nina deve affrontare però la malattia e la morte del padre con tutto quello che porta con sé, oltre alle domande intorno alla sua relazione con Tim, figlio di amici di famiglia diventato il suo fidanzato. Il percorso di Nina, le aspettative degli altri e le bugie che vengono a galla, sono il motore di questo romanzo. Una storia al femminile? Una bella storia e basta.

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