Una vacanza in Sicilia che non si dimentica, raccontata nel romanzo di Delia Ephron, Siracusa, edito da Fazi, un libro che ti inchioda alle pagine. Ti fa venire voglia di junk food mentre scuoti la testa a ripetizione, “ma no non sarà davvero così”. Invece sì. Uno degli acquisti pre-partenza, che poi si è risolta in una gita lampo, ma questa è un’altra storia, dicevo invece di Siracusa. L’ho agguantato in libreria senza alcuna pretesa, di sfuggita prima di approdare alla cassa. Mi sono avvicinata perché la copertina sembrava quella dei Cazalet, e lo sapete com’è, la dipendenza è dipendenza. Leggo l’aletta, e neanche la termino, alla quarta riga sono già convinta. Anche perché la scrittrice è una sceneggiatrice, sorella di Nora, con cui ha condiviso C’è posta per te, lo ricordate no? La commedia romantica per eccellenza. Quindi non nego di aver avuto aspettative di quel tipo. Due coppie americane in vacanza in Sicilia, tradimenti, dinamiche di coppia, dialoghi pungenti tra tramonti e piatti di pasta. Ma questo libro è molto di più, ha una vena noir irresistibile, in uno stile che regala un ritmo giusto, serrato e piacevole. Risultato, iniziato il pomeriggio al mare, terminato la mattina successiva. E’ così, non ti stacchi.

E di vedere l’angolo di un palazzo al tramonto e un lato è beige mentre l’altro è rosa acceso, quando in realtà sono fatti entrambi degli stessi scialbi mattoni rossi. E un attimo dopo la visione scompare perché la Terra si è mossa di qualche millimetro. Quella che avete visto era la realtà? Ce n’è sempre più di una?

Michael e Lizzie sono la coppia “in”, lui è uno scrittore di successo che sta lavorando a un nuovo libro, egocentrico, narcista. Lei è una giornalista freelance, molto precaria, con una personalità messa a servizio della coppia, del marito famoso, una personalità che emerge, esce fuori, si arrampica tra le illusioni di una relazione che vuole vedere funzionare e la realtà. Un rapporto che appare subito minato alle basi, costruito (come spesso accade?) sulle bugie. Partono per l’Italia insieme a Finn e Taylor, lui ha un ristorante nel Maine, fa tardi al locale tutte le notti, ha un carattere spinoso e estroverso insieme. Ma Taylor ci affascina come un magnete. Ci attira pagina dopo pagina, questa moglie rigida, una donna gelida, algida, ossessiva nei confronti della figlia Snow, una bambina affetta da quella che i genitori chiamano timidezza ma che diventa pagina dopo pagina, conturbante e inquietante nello stesso tempo. Prima Roma e poi la permanenza a Siracusa, le due coppie non hanno un’amicizia consolidata, il viaggio nasce quasi per gioco, solo Lizzie e Finn si conoscono da anni, condividendo il passato di una storia d’amore. Siracusa è raccontato con gli occhi dei quattro protagonisti. Colpi di scena, tradimenti, sorprese inaspettate, non posso davvero dire oltre, ma è un romanzo da leggere, pensando di essere riparati dall’afa all’ombra di un cappello con una limonata gelata sotto il cielo del sud.
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