Gli elefanti di Cersei hanno generato in cinque giorni una quantità gargantuesca di immagini e video ironici: ci è rimasto questo del pilot del Trono di Spade ottava e ultima stagione? Siccome Games of Thrones non è una serie tv, ma un mondo, un fenomeno globale, una realtà che ci trascina via tra catarsi e mistero, la risposta è sicuramente no. Eppure la storia degli elefanti è simbolica della deriva della regina che combatte nella capitale di Westeros contro i fantasmi e se stessa.
Mentre al nord gli Estranei hanno superato una barriera ormai crollata grazie al drago passato col lato oscuro, incedendo verso Grande Inverno, Cersei è lì che raccimola navi, dà il suo corpo in segno di un patto di unione, tutto sembra fuori tempo, senza tempo. Quel “bene” pronunciato quando le sussurrano dell’avanzata dei non morti è spiazzante, ce la mostra folle (non sarà allora il trono di spade a fare questo effetto?), ma neanche veramente spietata. Appare l’unica Cercei in quella città poi non così lontana dal pericolo fatale a muovere ancora i fili di un gioco del quale sono cambiate le regole. O c’è di più? Siamo noi piuttosto che stiamo perdendo particolari, segni, tracce? Sono le domande ossessive che attraversano le menti degli appassionati, dei fan da est a ovest. Certo è che mentre a Grande Inverno arrivano due draghi (e uno sta con gli Estranei) la mitica Cersei, è completamente catturata da un solo pensiero. Mi avete portato gli elefanti? Chiede ai mercenari che ha raccolto l’alleato dei mari, Greyjoy. La risposta è stata no, e non è rimasta contenta.
E intanto a Grande Inverno. Allora qui bisogna capirsi. C’è Arya che dopo sette stagioni di distanza fisica e affettiva dalla sorella Sansa è unita a lei come non mai. Perché? Ma perché la “famiglia viene prima di tutto”. Un monito che lancia a Jon, con il quale da bambina aveva un legame fortissimo, ma che avverte, tra la Madre dei Draghi e gli Stark, ricordati da che parte stare. Noi sappiamo che la realtà è molto più complessa. E in questo episodio lo verrà a sapere anche Jon Snow che come al solito non sa le cose. Il punto dolente è che la grande rivelazione sull’identità del bastardo di Grande Inverno è lasciata nelle mani di Sam Tarly, bravissimo studioso ma meno forte nell’orazione, così la faccenda viene liquidata (colpa anche della necessità di stringere todo in poche puntate) con un paio di battute carambesche nella cripta di famiglia. Lì Jon Snow viene a sapere di essere il vero erede del Trono di Spade, Aegon Targaryen, sesto del suo nome. E sono guai seri.
Lo sguardo dice che oltre allo choc c’è di più. In quell’istante Jon avrà pensato a quanto lo scenario si complichi notevolmente. Daenerys Targaryen combatte una guerra per sedersi sul trono di spade perché legittima erede. L’abbiamo vista affrontare prove indicibili prima di mettere piede a Westeros. La stessa Targaryen con la quale ha una relazione sentimentale, galeotto fu il viaggio in nave, dovrà spiegarle insomma che non solo è sua zia ma che il trono spetta a lui. La queen come la prenderà? La biondissima madre dei draghi infatti è arrivata a Grande Inverno. Un evento suggestivo per gli amanti della saga, quasi incredibile, evocativo in una narrazione circolare di quel primo ingresso avvenuto tanto tempo addietro quando Robert, il re, andò a chiedere a Ned Stark di diventare Primo Cavaliere e trasferirsi nella capitale. L’enfasi, i piccoli riferimenti, Sansa che la osserva con distanza. Nel nord la rossa Stark è depositaria dell’identità della famiglia, così è e così le riconoscono le altre famiglie di fronte a Jon che ha ceduto la reggenza del nord per riconoscere la supremazia dell’amata (ma prima della rilvelazione choc, ora si vedrà).
Apriamo una parentesi sulla scena romantica tra Jon e Daenerys che per trovare un po’ di intimità se ne vanno in luogo sperduto a bordo degli amici draghi. Punto numero uno, why? La parte migliore è lo sguardo del drago, uno sguardo colto da Snow mentre si baciano con passione. Punto numero due. Jon e i draghi. La rivelazione viene fatta da Sam, ok. Ma come mai nessuno e un particolare la queen si sono interrogati sul perché i draghi consentano a Jon di toccarli e addirittura di cavalcarli? Un dubbio, almeno, niente.
Ci sono tanti quesiti che moltiplicano teorie e interpretazioni. Il simbolo nel quale gli Estranei ricompongono i resti delle vittime trucidate con il ragazzino in mezzo che va in fiamme, la frase pronunciata da un sempre più imperscrutabile Bran alla fine della puntata. “Sto aspettando un vecchio amico”, con chi ce l’ha? Con Theon Greyjoy che dopo aver salvato la sorella va a combattere con gli Stark? Io non credo molto a questa opzione. Quella pià semplice sarebbe suggerita dall’ultima scena, quando a Grande Inverno mette piede Jaime Lannister. Lo Sterminatore di Re lo ha gettato dalla finestra della torre quando un Bran bambino aveva scoperto la relazione sessuale tra lui e la sorella Cercei. Potrebbe non essere abbastanza neanche questo. Bran, che ora è il Corvo con Tre Occhi potrebbe stare lì ad aspettare un altro vecchio amico: The Night King.
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