Genova trasformata, Genova infranta, Genova fremente di sogni spezzati, di speranza tenuta sottobraccio con i piedi piantati sull’asfalto bollente, di limoni in tasca, complotti, morte. Città d’acciaio di Fulvio Di Sigismondo è un romanzo unico e intenso. Pubblicato da AltreVoci Edizioni, una storia scritta “da chi non dimentica” come recita la quarta di copertina, e scritta per tutti aggiungo, per chi c’era a Genova in occasione del G8 nel 2001 e chi quegli eventi drammatici li ha visti in televisione, ascoltati in radio, per chi non era nato e non conosce niente di piazza Alimonda. Nemmeno la canzone di Guccini.
L’autore ci porta a Genova il 18 luglio del 2001 con Fabio e gli altri giornalisti dell’informazione indipendente, la contro informazione, che da Radio Gap documenteranno quei giorni di paura e violenza. È la voce di Vittorio a dare un altro punto di vista, lui, pezzo grosso della Questura con il peso della responsabilità, un carrierista che conosciamo nelle sue contraddizioni e un figlio, Marcello, con il quale praticamente non parla più. Marcello, attivista del movimento, un’altra voce di un romanzo dove pagina dopo pagina vorremmo vedere la storia di Genova finire in un altro modo. Invece eccola, con i manifestanti pacifici del movimento no-global stretti nella morsa della violenza tra i black bloc e lo Stato.
Di fronte all’impatto di una storia reale così forte, il rischio maggiore era di avere tra le mani un libro di cronaca, per quanto palpitante di emozioni, ma pur sempre di cronaca. Invece Fulvio Di Sigismondo riesce in una grande impresa, incastonare le vicende private e intime di Vittorio e Marcello in un intreccio di tensione sociale e emotiva, pubblica e personale.
Nelle prime tre pagine raccontate dagli occhi di Fabio, il lettore vive la forza dirompente di quel cambiamento che ha investito la città.
Tutto questo diventa il “viavai di mezzi blindati e volanti”, sovrastata dal “rombo degli elicotteri”, e soprattutto “cupa e nervosa”. Quel presentimento ammorbante che incombeva sulle manifestazioni e i cortei. Un romanzo che lascia emozioni contrastanti, ma non poteva essere diversamente. Rabbia, commozione, sollievo.
“Rivolgo un ultimo sguardo allo scempio che mi circonda.
Una mano anonima ha scritto sulla lavagna di una classe.
Don’t clean up the blood, non cancellate il sangue.”
Libro consigliato, e annotazione finale sulla cover. Stupenda.
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