I corvi sono personaggi veri e propri del romanzo agrodolce che ho assaporato e non amato del tutto, Affidati a me di Serge Joncour, scrittore e sceneggiatore francese. Uscito a febbraio con edizioni e/o, confezionato in una bella copertina pastello, il romanzo è presentato come una storia clandestina in una Parigi malinconica. Sono al centro della narrazione Ludovic e Aurore, inquilini dello stesso complesso nella periferia della capitale francese. Un condominio semivuoto, silenzioso, con le finestre che si spiano con discrezione. L’appartemento dove abita Aurore con la famiglia è vasto, spazioso, mostra qualcosa della protervia alto borghese, scrutandolo dalla stanza di fronte dove si muove un gigante del sud. Ludovic, ha una casa spoglia, un lavoro mediocre, il disagio della metropoli sulla pelle. E in mezzo, tra loro, tra queste vite così distanti, c’è un cortile con un giardino rigoglioso e alti alberi dove stazionano i corvi che spaventano e cacciano le tortore ossessionando notte e giorno Aurore.
Ma la cosa peggiore sono i gridi dei corvi che aumentano man mano che attraversa l’atrio, gracchiano scatenati, sembrano impazziti
E’ un libro delicato, come sa essere certa letterarura francese, Affidati a me esprime il meglio della sua vocazione stilistica però nella prima metà del viaggio. Quando Joncour ci fa conoscere, sfiorandone le personalità, queste due umanità così diverse. Aurore è moglie di un marito bellissimo, affascinante e distante, madre, titolare di una casa di moda in declino. Ludovic arriva dal sud della Francia, è un uomo imponente, fa recupero crediti, ha una famiglia di orgine lontana che non lo cerca neanche a Natale, vedovo. Da tre anni non ama una donna, da tre anni non dorme con nessuna accanto a sè. Aurore è in una fase di crisi per l’attività minacciata dai complotti del suo socio, ma è per quei corvi che i due si incontrano. Tra episodi casuali e voluti, Ludovic mostra subito una solida concretezza. Accudisce i bisogni di lei. Se ne prende cura.
Ogni volta Ludovic si stupiva della sua aria, delle distanze che lei tendeva a mantenere, pensava di non piacerle o magari di farle paura, sapeva che certe volte poteva fare paura, ma allo stesso tempo quasi lo divertiva vederla intimorita
E’ con questo sottile filo che Aurore e Ludovic diventano amanti. Quando il rapporto clandestino si concretizza, il romanzo a mio parere perde qualcosa dell’atmosfera. Si indebolisce nell’identità. Non va abbastanza in profondità nei meccanismi tra i due, annaspando tra gli intrecci da semi giallo. Ci sono alcuni momenti intensi. Pochi. La scena del laghetto di ghiaccio e i pensieri di lei, molte pagine dopo, seduta sul letto mentre Ludovic dorme. Affidati a me non è un libro che ti cambia la vita, racconta una forma di amore e di rassegnazione.
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