“Coraggio mettete bene a fuoco”, gli Antichi nuovi di zecca sono i ragazzi per strada, l’uomo solo dietro la finestra appannata, la donna che cammina pensando al coraggio che serve per andare avanti: sono gli dei, siamo noi, raccontati da Kate Tempest. Un libro piccolo ma così grande, racchiude a fatica il poema che ci fa struggere per l’impeto della sua verità. Compiamo un passo indietro, volete? La guardi Kate Tempest e ha un sorriso rassicurante, gioviale, trentaquattro anni, eppure il fuoco passa dalla sua anima alla carta fino a noi. Poetessa riconosciuta da chi te lo affibbia il titolo, ma è molto di più, voce contemporanea, unisce e mischia e contamina con il rap, lo storytelling. Antichi nuovi di zecca, pubblicato da edizioni e/o con il testo inglese a fronte, e serve fidatevi che vi andrà di attingervi, è scritto per essere letto ad alta voce con un accompagnamento musicale. L’impeto del mondo evocato che c’è dentro è una massa furiosa e impaziente che spinge su un’unica porta. Ha quella forza lì. Kate Tempest narra una storia moderna per mostrarci come il mito classico sia presente più che mai nei quotidiani gesti, nello sbaraglio delle nostre azioni, nel sacrificio, nel coraggio, nella vigliaccheria.
Gli dei sono nelle agenzie di scommesse
gli dei sono al bar
gli dei fumano sul retro
gli dei sono nei palazzi degli uffici
gli dei sono nei rave
a ballare dopo due pasticche
E poi ancora, nel letto senza protezioni, “allora su sceglietene uno”. Ci sono due coppie con le rispettive famiglie, intrecciate da bugie, tradimenti, silenzi. E dal destino. E’ un crescere doloroso pagina dopo pagina, ma in quei versi, esistiamo.
 
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