Andiamo dove cantano i gamberi con Delia Owens, che poi è il titolo originale del libro uscito in Italia come La ragazza della palude edito da Solferino. Un romanzo talmente bello da coinvolgerti, spingerti a chiudere gli occhi, lo sentite il respiro degli animali del pantano? Le urla dei gabbiani? Certo non riusciamo ad avvertire Kya, veloce come la stessa corrente d’acqua, mimetizzata in quella natura che l’ha accolta, amata mentre gli altri non c’erano. Iniziamo chiarendo che Delia Owens è una naturalista. Scrittrice di saggi, è il suo primo romanzo. L’abilità delle descrizioni così accurate delle lagune costiere del North Carolina è incredibile.
La ragazza della palude è la storia di Kya, una bambina che conosciamo a sei anni, nel 1952. Vive in una baracca con la famiglia nel bel mezzo della palude. Un padre violento, una madre che l’abbandona da un giorno all’altro, i fratelli che vanno via uno ad uno. Kya resta sola. Con quella paurosa e straziante ma anche sorprendente solitudine, la bambina impara a crescere affidandosi alla natura che le è intorno. La cataloga, la conosce, ne diventa parte.
La storia commovente e emozionante della crescita di Kya, tra amicizie, tradimenti, emarginazione va in parallelo con gli avvenimenti della fine anni ’60. Quando Chase, figlio della famiglia più ricca del paese, viene trovato morto. La prima indiziata dell’omicidio diventa Kya: per la storia che hanno avuto (tenuta nascosta) e per i pregiudizi dell’intera comunità. Un libro con colpi di scena e sentimenti, un giallo non giallo, un romanzo che non si riesce a lasciare fino all’ultima pagina. E voglio dire anche dello stile di Delia Owens, capace di toccarci nel profondo senza mai cadere nella retorica dei sentimenti. Dove cantano i gamberi è un modo di dire, per indicare un luogo molto lontano. Ma viene voglia di andarci.
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