Ci sono libri che sanno di verità, Fratello Grande di Mahir Guven è uno di questi. Che sapore ha la verità? È aspra, amara, sorprendente, ti fa frizzare il naso come quando bevi un bicchiere di gazzosa. È così chiara, se svelata. Così incredibile da vedere, ma solo ora che è lì, perché qualcuno l’ha raccontata. Il romanzo di Mahir Guven non si dimentica. Arrivi all’ultima pagina (la rileggi, almeno un paio di volte), lo accusi di averti fregato perché non è che ti senti così bene adesso che sei stato lì in mezzo, alla vita reale. In un posto dove tutto quello che pensi sbagliato, a volte diventa giusto e poi viceversa. Va bene, vado per ordine. Parto dallo scrittore? D’accordo. Mahir Guven è nato nel 1986 a Nantes, è un figlio di rifugiati in Francia, madre turca e padre curdo. Fratello Grande è il suo esordio, pluripremiato, tipo il Premio Goncourt, tanto per intenderci. Devo ringraziarli gli esordi degli ultimi due anni. Mi danno fiducia nella letteratura, quella che – lo sapete – stavo un po’ perdendo. E invece ci sono queste voci in Europa (e non solo), che arrivano con storie pazzesche, pezzi della nostra contemporaneità. Come vive un ragazzo figlio di rifugiati in Francia? Guven ci porta nelle banlieue francesi. Lo fa davvero, capite? Stiamo lì sull’uber, nella casa piccola, nella periferia stretta che sa di mondo, al tavolo con la polizia.
Ci sono due fratelli, di cui conosciamo i nomi sono alla fine del romanzo. Per noi sono Fratello Grande e Fratello Piccolo. Il primo, Fratello Grande, è la voce narrante principale, anche se i capitoli con di Fratello Piccolo ci sembrano proprio un dialogo a distanza. Fratello Grande guida l’uber, fuma l’erba, vive con il padre che invece è un tassista. Fratello Piccolo è infermiere, ma è un idealista. La Francia non è il luogo dove vorrebbe stare, attratto dalle missioni umanitarie nella Siria da dove provengono. E così succede, un giorno, Fratello Piccolo sparisce. Fratello Grande lo cerca, lo aspetta. Lui sull’uber, il padre comunista che fa il tassista e lo accusa di essere schierato dalla parte sbagliata. Ma Fratello Piccolo torna. E con lui i segreti e le paure di Fratello Grande. Non dirò di più, ma il clima sociale intanto è peggiorato. C’è stato l’attentato a Charlie Hebdo, il Bataclan. A proposito del drammatico attentato di Charlie Hebdo, c’è un altro libro da leggere, La Traversata di Philippe Lancon, un sopravvissuto al massacro del 2015, che racconta il viaggio difficilissimo della sua ricostruzione fisica e della sua memoria. Nei pensieri di Fratello Grande, ci sono spettri e orrori. Il romanzo di Guven è scritto in maniera travolgente, con uno stile che sgorga direttamente dalle banlieue e non ci chiede il permesso, prima di farci porre domande.
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