Ci sono donne dell’altro mondo, Women oh the Otherworld nel secondo capitolo del week end urban fantasy vintage, Bitten della canadese Kelley Armstrong uscito in Italia nel 2010 grazie a Fazi Editore. Un romanzo che cattura dalle prime pagine, urban fantasy, paranormal romance e thriller. Tutto miscelato in uno stile di scrittura, targato Armstrong, che mi piace particolarmente. Avvincente, pulito, fornito di ritmo. E’ una saga quelle delle donne dell’altro mondo, Bitten ci conduce a Toronto da Elena Michaels, giornalista, impegnata nella sua carriera, amante della corsa quando cala il buio. Elena è l’unica donna licantropo al mondo, l’unica donna a essere sopravvissuta alla trasformazione.

Forse, con tutto questo mio parlare del mondo degli uomini e dei miei tentativi di farne parte, ho dato un’impressione sbagliata, come se si applica un proviene fossero tagliati fuori. Ma non è così: la maggior parte obbligata a vivere tra gli umani.

Nel mondo creato dalla scrittrice Kelley Armstrong il processo è doloroso e rischioso: Elena è stata trasformata da Clay, suo ex amore, suo ex professore. La conosciamo nella sua vita quotidiana, insieme al compagno Philip, direttore pubblicitario, che vuole sposarla. Philip è all’oscuro della vera natura della fidanzata che cerca di nascondergli zanne e peli. Come è naturale che sia, non c’è romanzo urban fantasy senza un colpo di scena narrativo a stravolgere la precaria tranquillità dei protagonisti. Elena riceve infatti una telefonata da Stoneheaven dove stanzia il branco di origine. Una vita che lei ha rifiutato cercando la normalità, e chiaramente odiando quanto basta il nostro Clayton.

“Avevamo un accordo, Elena. Non ti avrei chiamata a meno che non avessi veramente avuto bisogno di te. Bene, adesso che ho bisogno di te, tu mi metti il muso e vai su tutte le furie solo perché ho avuto l’imprudenza di richiamarti alle tue responsabilità?”

Elena raggiunge il branco e scopre che è sotto attacco di un gruppo rivale. Intrighi, battaglie, l’amore che scoppia e riscoppia, Bitten resta a mio parere uno dei migliori urban fantasy sui licantropi. Apprezzo la penna della Armstrong che si è meritata con questa prova la targhetta di scrittrice del soprannaturale, capace però di miscelare gli elementi sena scadere mai nella totale deriva paranormal romance con storie d’amore a go go, ma neanche schiacciando la trama solo sul mistero. E’ l’insieme che funziona, sarà anche vintage ma Bitten resta sempre un buon libro per chi ama il genere.
Durante il viaggio di ritorno a Stonehaven Clay si è seduto accanto a me nel sedile posteriore. Amche se continuavo a tremare ed ero ancora sotto shok, non ha cercato di tirarmi a sé per consolarmi. Si è limitato a tenermi la mano, gettando un’occhiata di tanto in tanto per vedere se avevo voglia di parlare. Non ne avevo nemmeno un po’.
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