Il Canto dell’usignolo di Lian Hearn è il primo libro della saga degli Otori che torna in Italia grazie a edizioni e/o. C’è qualcosa di struggente e misterioso nella cultura giapponese, una patina sottile che nasconde sospiri. Che romanzo è questo? Io l’ho trovato esposto nella sezione fantasy, anche se davvero lo è ma fuori dagli schemi nei quali siamo abituati a ragionare. Non ci sono elfi, nani o streghe, men che mai vampiri, la storia di Takeo è ambientata in un Giappone fuori dal tempo ma dall’atmosfera medievale. Lian Hearn prima a Londra e poi in Australia, ha coltivato per anni la passione per il Giappone, studiando la lingua e viaggiando molto. Così è nata la storia degli Otori. Il giovane Takeo viene da una comunità votata alla non violenza tra signori in guerra perenne. La sua gente viene trucidata dal clan dei Tohan e Takeo si salva grazie al nobile Shigeru del clan degli Otori che lo porterà nella sua casa, tra le battaglie per il potere. In questa nuova vita in cui il ragazzo prende il nome di Takeo che gli dà il suo salvatore, scoprirà di avere dei poteri straordinari e anche l’amore. Un romanzo che si legge con curiosità, abbandonandosi ai colori di un mondo che ci appare lontano.

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