Sono stata nella Driftless Area a guardare (e ascoltare) Il movimento delle foglie, romanzo di Tom Drury che ci accompagna di nuovo in un’America lontana dal caos delle metropoli dove l’asprezza dell’ambiente forgia persone che hanno profondi burroni e scogliere proprio come il paesaggio nel quale vivono. Vi piace la letteratura americana contemporanea? Io la amo, ma capisco che è un’inclinazione del tono, la prosa asciutta, la straordinaria capacità di questi personaggi asciutti e malinconici di bucare le pagine e arrivare dritti fino a noi. Sempre NNE che ci porta Tom Drury in Italia, a questa casa editrice devo la passione per Kent Haruf, le lacrime struggenti di Salvare le ossa, e ora questa camminata pericolosa nel Midwest settentrionale.
Pierre è un giovane uomo che dopo gli studi torna nel suo paese d’origine, senza famiglia, perché i genitori sono morti, lavora in un pub della zona. Rompiamo davvero il ghiaccio con lui la notte di Capodanno, quando ubriaco entra in casa di sconosciuti e per un giochino di magia con le monete si mette nei guai per essersi intrufolato abusivamente a casa di questi sconosciuti. Il modo in cui parla, tra le poche parole eppure una caratterizzazione così netta, insomma, una magia in stile Drury. Un giorno Pierre è a pattinare sul ghiaccio quando si crea una spaccatura e crolla dentro. A salvarlo è la misteriosa Stella di cui lui si innamora.
Tra segreti e pericolosi bottini, Il movimento delle foglie è un noir dolce e violento dal sapore surreale.

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