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Ci sono libri nati per essere letti in una notte e La memoria delle farfalle di Annamaria Piscopo lo è: intenso, emozionante, coinvolgente sempre, anche quando non vorresti. Vengo da un periodo di letture senza presa. Belle, brutte, nuove, vecchie, di generi opposti e lontani, ma senza il gancio dentro che resta lì e ti porta in un altro mondo anche se somiglia moltissimo al nostro. L’esperienza della lettura, come tutto delle nostre vite, è stata sconquassata dalla pandemia, dalla quarantena silenziosa, che ha cambiato forma, colore e odore nell’arco di poche settimane. Siamo passati dalla paura, dalla nevrosi delle notizie da controllare (e scrivere) ogni minuto, alla dimensione di un rapporto più forte con noi stessi, costretti. Forse. Ma è così. Marzo è stato un incubo per i libri, intendo per me e i libri. Non sono riuscita a entrare in nessuna storia, finire un libro? Un’impresa. Aprile è andata meglio mi sono riappropriata della mia mente anche se diversa. E così è arrivato questo romanzo edito da Rizzoli, esordio della Piscopo, che andrà tenuta d’occhio. 
Ecco, il dolore ti cambia i lineamenti, deforma le espressioni, ti incastra sul volto una maschera perfettamente cesellata che non riesci a toglierti neppure con la forza.
La memoria delle farfalle si prensenta con un titolo che racconta già una storia e evoca suggestioni di cambiamenti radicali e la copertina che non sai se ti disturba o se ti piace, e già per questo – a livello comunicativo – segna il suo traguardo. Funziona. La memoria delle farfalle è uno young adult, si dice di quei romanzi dove i protagonisti sono ragazzi e nelle loro dinamiche esistenziali si muovono tra amore e crescita. Ma datemi retta se dico che non è abbastanza definirlo così. Non perché il genere non valga, sono una lettrice che ama gli young e rivendico la capacità di immedesimarmi in una sedicenne, e per questo – please – chiedo di non essere giudicata. Tant’è. Ci sono Giulia, una ragazza che non è brava a flirtare con i ragazzi, e la sua migliore amica Alice. La sua metà solare, splendente, piena di energia. La immaginiamo così. Il libro si apre con la morte di Alice. E così entriamo nella vita di Giulia, del suo rapporto con Mattia, questo ragazzo che ha le sue ombre ma tanta verità, e poi Angela la psicoterapeuta, in un intreccio di affanni, sfide, zone oscure. Non dirò altro della trama, ci sono libri che vanno letti e basta, La memoria delle farfalle è uno così. Il lutto, la perdita, la famiglia, l’amore, il sacrificio, il rapporto con se stessi che è sempre, sempre, il più complicato. Un romanzo young adult che sta bene tra le mani di tutti, basta essere pronti a emozionarsi.

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