Quello che sto per raccontare è no fiction, ho visto Cinquanta sfurmature di rosso, film della trilogia erotica tratta dai libri di E. L. James, nella sera di massima e feroce crisi con il tizio con cui mi vedo da un po’ di mesi. E’ un’esperienza quasi ai confini della realtà. Mentre stai lì che ti barcameni con le follie 4.0 delle relazioni, intanto sullo schermo c’è Christian Grey, signore non so se avete afferrato, Jamie Dornan in una forma strepitosa che va in giro semi nudo per una quantità di scene che non sembrano mai abbastanza. Va bene, facciamo le serie. L’ultimo capitolo uscito nelle sale poco prima di San Valentino, l’ho accalappiato sulla tv a pagamento nel venerdì nero, sì esatto il mio black friday. Per essere proprio sincere fino al midollo (espressione molto in voga ma ahimè non posso spiegare perché), l’avevo scaricato giovedì ma la serata è precipitata al punto da rendere necessario un briefing con la mia migliore amica Alessia H., la mia persona, la mia Cristina Yang, fino a notte inoltrata. Arriva il venerdì, di uscire non se ne parla con quell’umore lì e colui che continueremo a definire il tizio (parafrasi del contratto tra fidanzati di Sheldon Cooper, per gli appassionati di The Big Bang Theory) che non solo non si fa perdonare ma peggiora a dismisura la sua posizione di messaggio in messaggio. Così decido di pigiare il tasto play e tornare da Mr Grey e Anastasia Steele, con una Dakota Johnson che spesso finisce bendata.
Flash, lui è patito per il sesso sadomaso, unica forma di amore che concepisce, è giovane, miliardario, con una infanzia sofferente. Lei è dolce e ingenua (sembra), entra nel mondo delle sue perversioni ma poi pone limiti. Nei primi due film si lasciano, si riprendono e c’è la stanza rossa, dove con la treccia lei diventa la sottomessa. Christian si innamora, rinuncia all’estremo delle sue esperienze, scopre l’amore con lei, la relazione vaniglia. Tutto fantastico. Il terzo film inizia con i due che si sposano, una magia da favola of course, senza freni. Aerei privati, luoghi esclusivi in quel di Nizza, poi il ritorno alla normalità. La loro normalità. Cioè super attico, guardie del corpo per le minacce continue, stanza dei giochi erotici. Il film dosa le scene di sesso, finalmente più vicine al libro (ma non da bollino rosso) al thriller che in questo ultimo capitolo ha accenti più forti. Non può filare liscio, c’è l’ex capo di Ana, lo psicotico Jack Hyde e anche la ex di Grey, una Kim Basinger che impersona Elena Lincoln a dare fastidio a più non posso. Ma tra pericoli, minacce, aggressioni e rapimenti, i nostri protagonisti si abbandonano al sesso quando possono.
Un film da evitare se siete nella mia condizione, come prima visione è proprio sconsigliato. Lasciamo stare l’aspetto hot, anche se si fa grande fatica, tanta, la scena del tavolo durante il week end in montagna ci fa venire voglia di comprare scorte infinite di gelato da tenere in freezer. Mr Grey è un casino, ragazze. Ana è diventata molto più maliziosa e padrona di sé. La crescita del personaggio, nel film come nel libro, te la rende finalmente anche meno antipatica. La Steele sa cosa vuole e riesce anche a dominarlo (col cuore, direbbero i romantici). Così accartocciata sul divano, con il cellulare buttato sul tavolino, i pensieri da qualche parte nell’etere dove esiste una supereoina che si chiama Jane (anche qui non posso spiegarvi, ma fidatevi di me), mi vedo Christian Grey e non me ne importa nulla delle battute banali, dei dialoghi scontati. Grey è la sintesi di quello che noi donne diciamo di non volere, poi proprio noi nello specifico. Noi che eh ma l’autonomia, stare da sole è meraviglioso, i protocolli dell’emancipazione a memoria. Ma chi se ne importa. Christian è geloso, protettivo, rassicurante, la mette prima di tutto, la ama come si ama la prima volta e come si ama l’ultima. Appare così lontano dalle liti, dalle menzogne, dal guardiamoci intorno. E’ dura là fuori, tra anaffettivi, quarantenni con la sindrome di Peter Pan (con Wendy che intanto è andata a farsi un we nella spa perché non ne può più nemmeno lei), uomini pronti a recitare copioni neanche fossero sul set di Topazio, traditori per educazione (ultima moda). Confessiamo allora solo a noi stesse che invece è uno come Christian che vogliamo. Ma per avvolgersi nella copertina è caldo, in fondo è già giugno. Arrivato così, con cinquanta sfumature di rosso.
(Visited 1 times, 1 visits today)

Leave A Comment