“Lasciare Vienna è un po’ come morire”, ma se non siamo I Goldbaum possiamo capire lo struggente legame di una famiglia che rende il libro di Natasha Solomons stupendo? Possiamo. E lo facciamo. Sudati in una notte estiva con la luce della lampada sul comodino che riverbera calore mentre il volume che stringiamo tra le mani, emozioni. Titolo originale The House of Gold, edito da Neri Pozza, il romanzo storico dell’autrice inglese è liberamente ispirato alle vicende della famiglia Rotschild, da pronunciare alla tedesca, famiglia europea di orgine ebraica, banchieri dell’alta finanza. E così incrociamo i Goldbaum, nel 1911, quando all’apice del potere tengono i fili del governi di tutta Europa attraverso le proprie banche. Rami della famiglia in ogni capitale della finanza, cugini che comunicano tra loro attraverso i corrieri, a Vienna si dice che siano così ricchi e potenti che, nelle giornate uggiose noleggino il sole perché brilli per loro. Con lo stile chiaro, efficace, e fresco della Solomons leggiamo le prime pagine immersi in un ambiente che ci ricorda Downton Abby, sarà l’epoca, e le descrizioni perfette degli ambienti. A Vienna ci sono Greta e Otto, fratelli, vicini per un affetto indissolubile e opposti. In una famiglia dalle rigide regole, dove ci si sposa tra Goldbaum delle diverse case, con i cugini, come nelle dinastie reali, Greta è ribelle, ostinata, mentre Otto è fermo, solido, appassionato di stelle. 
“Noi sappiamo che ci si può fidare solo della famiglia. Non è che abbiamo successo nonostante siamo ebrei, nonostante siamo Goldbaum. Abbiamo successo proprio perché siamo ebrei e siamo Goldbaum”
Essere ebrei in una Europa sull’orlo della prima guerra mondiale. Greta viene destinata a sposare Albert dei Goldbaum inglesi. Con il trasferimento a Temple Court nella residenza dei suoceri e del marito, Greta si sente in gabbia. Intrappolata nei formalismi, in un rapporto con Albert dove sembra non esserci amore e attrazione. Una difficoltà che spingerà il fratello a raggiungerla, ma la vera chiave arriverà dalla madre di Albert, che le donerà cento acri per dare vita a un suo giardino. Nella quasi snervante cura di piante e fiori, Greta impara a trovare il proprio posto, ma sempre con l’impronta e la tenacia di un carattere brillante. E così mentre sta per scoppiare il conflitto, la storia d’amore e di finanza si intreccia al battere incessante della storia. 
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