Il sopracciglio alzato, le labbra rosse, lo sguardo fiero. Rossella O’Hara per noi è Vivien Leigh, l’attrice che ha trasformato la protagonista di Via col vento in una eroina in carne e ossa. Il romanzo di Margaret Mitchell del 1936 è diventato cult grazie al fim dei film di Victor Fleming. Ho letto il libro dopo aver visto il colossal decine di volte e aver vissuto con Rossella la parabola di un dramma sentimentale senza tempo. Ricordiamo il contesto, Via col vento è immerso nella Guerra di Secessione nel sud degli Stati Uniti offrendo uno spaccato a tinte forti in cui le storie personali si sviluppano nella cornice di una stagione critica della storia americana. C’è melodramma in quantità, sentimenti a fiumi in un percorso che ha l’effetto delle tragedie greche. Sapete no, la catarsi.
Chi considera Via col vento noioso non può comprendere nemmeno una riga di quanto scrivo. Mi rivolgo alle donne, perché siamo state tutte un po’ Rossella, malgrado le maratone di Sex and City, è il vestito cucito con le tende nella povertà della guerra a spingerci e spronarci. Avete presente? Intanto Rossella è Tara, la piantagione di cotone dalle parti di Atlanta dove vive la giovanissima figlia di un benestante proprietario terriero. Rossella è capricciosa, sa di piacere ai ragazzi e utilizza il suo fascino per avere sempre intorno a sé uno stuolo di spasimanti. E’ innamorata di Ashley che proprio in apertura è pronto ad annunciare il suo fidanzamento con Melania, l’anti Rossella. Melania è il simbolo della bontà, dell’altruismo. Rossella è egoista. Melania e Ashley si sposano e Rossella per ripicca convola a nozze con uomo che morirà in guerra. E conosce Rhett Butler. E’ un uomo poco raccomandabile, spregiudicato, che subito sa cogliere cosa c’è dietro la finta bontà ostentata della giovane Rossella, coglie la sua essenza e la accetta, la ama per quello che è.

“Ma di una cosa sono certo: che vi amo, Rossella. A dispetto vostro e mio, e a dispetto dello stupido mondo che ci crolla intorno, vi amo. Perché siamo uguali, gentaglia tutti e due, egoisti e scaltri, ma capaci di guardare le cose in faccia e chiamarle con il loro nome”

Quando lei diventerà di nuovo moglie, pur professando ancora amore per l’impegnato Ashley, in un matrimonio d’interesse per uscire dalle gravi difficoltà finanziarie, Rhett continuerà ad amarla per quello che è veramente. Diciamolo, Via col vento è l’apoteosi dei sentimenti, delle emozioni, del dolore, della rivincita. Ma Rossella nel suo rapporto con Rhett e con Tara, la sua terra, dove tornerà e capirà quello che veramente conta tra le tante tragedie che si abbattono su di lei, Rossella è lì che diventa noi. Le radici. Un personaggio contro per molti versi, difficile ma coraggiosa. Rossella cerca il riscatto, è scandalosa nella sua tenacia di donna, è meravigliosamente imperfetta. Ragazze vi ricordate le scale? Dopo che Rhett la lascia proprio quando lei si rende conto, troppo tardi, di amarlo veramente e di volerlo ancora dopo la morte della loro bambina, lui, che è un uomo di quelli che ti fanno vibrare la pelle, va via. Lei piange, si dispera, con quelle scale imponenti, Rhett regala una battuta memorabile: “Frankly, my dear, I don’t give a damn”. Francamente me ne infischio. E lei? Rossella lo rivuole. Lo so che sapete di cosa parlo.

“Tara. A casa, a casa mia. E troverò un modo per riconquistarlo. Dopotutto, domani è un altro giorno”

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